17.01– |
Cesare Lucchini Quel che rimane La mostra dedicata a Cesare Lucchini, esponente di spicco della scena artistica ticinese, dal titolo “Quel che rimane”, è realizzata in collaborazione con le Kunstsammlungen Chemnitz, dove è stata ospitata dal 18 ottobre 2008 al 4 gennaio 2009. Negli spazi del pianterreno e del primo piano presenta circa 40 opere di grande formato. leggi |
17.01– |
Stefania Beretta In Memoriam Gli spazi del secondo piano del Museo Cantonale d'Arte ospitano dal 17 gennaio al 1 marzo 2009 il progetto della fotografa ticinese Stefania Beretta. La serie di fotografie – in bianco e nero, a colori e monocrome – riunite sotto il titolo “In memoriam” ha per oggetto luoghi devastati dalle fiamme. leggi |
14.03– |
Julius Bissier Pittore del metafisico La mostra dedicata a Julius Bissier (1893-1965)costituisce la tappa finale di un importante progetto espositivo che ha visto coinvolti il Kunstmuseum Bochum e il Museum Liner di Appenzello. leggi |
14.03– |
Francis Bott Opere dalla donazione A vent’anni dalla grande retrospettiva dedicatagli alla Villa Malpensata, il Museo Cantonale d’Arte propone una mostra dedicata all’opera di Francis Bott, artista nato a Francoforte nel 1904 che ha trascorso gli ultimi decenni della sua vita in Ticino, dove è morto nel 1998. Lo spunto dell’esposizione è costituito da un gruppo di un centinaio di dipinti e disegni che la vedova dell’artista ha deciso di donare al museo lo scorso anno. leggi |
03.04– |
huber.huber I cani non hanno anima I due gemelli zurighesi, Markus e Reto Huber (1975), formano una coppia artistica che dal 2005 si è imposta all’attenzione nell’ambito della scena artistica svizzera per un lavoro multiforme che attraverso una varietà di linguaggi – collage, disegno, istallazioni –affronta tematiche di grande attualità nell’ambito di una riflessione sul rapporto tra natura e civiltà, tra scienza e linguaggio simbolico. leggi |
22.05– |
Difesa della natura In concomitanza con basecamp09, il Festival della scienza organizzato dalla fondazione Science et Cité, che si terrà a Lugano dal 22 al 30 maggio, il Museo Cantonale d’Arte ospita al secondo piano una mostra dal titolo Difesa della natura. leggi |
03.07– |
Opere dalla Collezione La Donazione Panza di Biumo Acquisizioni, donazioni e depositi recenti Dalla fine dell'Ottocento alle Avanguardie Come ogni anno durante i mesi estivi il Museo Cantonale d’Arte propone nelle proprie sale un’ampia selezione di opere appartenenti alla propria collezione. In questa occasione l’allestimento si propone di evidenziare i nuclei principali di una raccolta incentrata essenzialmente sull’arte moderna e contemporanea. leggi |
04.09– |
Matteo Terzaghi-Marco Zürcher Non c'è memoria senza fantasma Premio culturale Manor Ticino 2009 Giunto quest’anno alla sua terza edizione, il premio culturale Manor Ticino è stato assegnato a Matteo Terzaghi (1970) e Marco Zürcher (1969), artisti che operano in coppia dal 1992. leggi |
25.10.2009– |
Guardami Il volto e lo sguardo nell'arte 1969-2009 La mostra "Guardami. Il volto e lo sguardo nell’arte 1969-2009" si iscrive nell’ambito di un progetto culturale congiunto dei due principali musei d’arte del Polo Culturale di Lugano. Nelle stesse date, infatti, il Museo d’Arte presenta nelle sedi di Villa Malpensata e di Villa Ciani l’esposizione "Corpo, automi e robot". Le due proposte espositive offrono una sorta di lettura incrociata delle ricerche artistiche sul corpo e il volto quali elementi fondanti dell’identità umana. leggi |
13.11.2009– |
Fabrizio Giannini. Live without dead time Attraverso la fotografia, il video, le istallazioni e la computer-art, l’artista ticinese Fabrizio Giannini (1964) indaga il flusso inarrestabile della comunicazione che costituisce l’orizzonte dentro il quale prende corpo la nostra percezione del mondo, per mettere in evidenza i meccanismi di un sistema mediatico di cui, anche se spesso in maniera totalmente inconsapevole, siamo partecipi. leggi |
Guardami
Il volto e lo sguardo nell'arte 1969-2009
www.guardami.usi.ch
L’esposizione "Guardami. Il volto e lo sguardo nell’arte 1969-2009" esplora uno dei temi iconografici fondanti dell’arte occidentale: il volto. Attraverso circa 80 opere di oltre 40 artisti, si intende indagare la ricerca artistica internazionale degli ultimi quarant’anni valutando la persistenza della rappresentazione del volto, le sue alterazioni e trasformazioni. Le opere provengono da Musei, Fondazioni, gallerie e collezionisti di tutta Europa, oltre che dagli artisti stessi.
Una riflessione sul soggetto oggi si confronta necessariamente, sul piano artistico, con la decostruzione del volto che si fraziona, si vela, si deforma, si cancella, opponendo resistenza ad ogni forma di identità univoca tra modello/figura, soggetto/immagine. La crisi del soggetto, ormai definitivamente minato nella sua unità e centralità, mette in gioco la possibilità stessa di avere o meno un volto. Ciononostante nelle ricerche degli artisti contemporanei il volto e le sue trasformazioni restano una tematica privilegiata, che trova espressione in mutate strategie di (auto)rappresentazione, in altri modi di riflettersi in uno o più volti.
Andy Warhol, Baroness De Walden (Society Portrait), 1973
Al fine di circoscrivere l’ambito di indagine, di per sé sconfinato, il “volto” viene inteso non tanto come “ritratto”, quanto piuttosto come “inter-faccia” tra sé e gli altri (oltre che tra sé e sé). Anziché focalizzare l’attenzione sulla singolarità del volto quale luogo dell’individualità e della rappresentatività del soggetto, esso è considerato nel suo carattere generale, come luogo della possibilità/impossibilità dell’instaurarsi di relazioni tra soggetti, sullo sfondo di un contesto storico-culturale sempre più marcato da istanze de-individualizzanti.
Ogni volto implica la messa in gioco dello sguardo, inteso come dispositivo essenziale affinché il volto si manifesti, si orienti verso il mondo esterno (l’altro/l’osservatore). Lo sguardo e la sua traiettoria sono quindi assunti come criterio di analisi del volto, come elementi atti a (ri)velarne il mistero e le sue declinazioni. Ma chi sono gli artefici dello sguardo? L’artista, il soggetto dell’opera e l’osservatore. Nella relazione dialettica tra questi tre attori lo sguardo si attiva dando vita (volto?) al volto. A partire da queste distinzioni si intende articolare l’esposizione.
Till Freiwald, MIART07/2KAK, 2007
La mostra si divide in quattro sezioni, articolate secondo le diverse traiettorie dello sguardo del soggetto rappresentato.
Nel volto: lo sguardo del soggetto si articola secondo diverse traiettorie: assorto, soprapensiero, immerso in se stesso. Oppure si rivela all’altro, dà voce alla propria intimità. O ancora, è orientato verso un luogo vicino, lontano, proiettato all’infinito. Il soggetto, insomma, abita il reale secondo diverse modalità che lo proiettano in una complessa rete di relazioni.
Opere di: Stefan Balkenhol, Vincenzo Cabiati, Chuck Close, Till Freiwald, Franz Gertsch, Roni Horn, Craige Horsfield, Alex Katz, João Onofre, Mimmo Rotella, Beat Streuli, Bill Viola, Andy Warhol.
Mimmo Rotella, Marilyn Ultimo Amore, 1996
Autoritratto: lo sguardo dell’artista si orienta su di sé, sulla propria identità di artefice dell’opera (come autore, non come soggetto psicologico) oppure indaga la questione dell’identità, di tipo sociale, generazionale o culturale.
Opere di: Vito Acconci, Vincenzo Agnetti, Laurie Anderson, Chuck Close, Daniela De Lorenzo, Francesco Gennari, Richard Hamilton, Urs Lüthi, Mario Merz, Liliana Moro, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Pietro Roccasalva, Thomas Ruff, Thomas Schütte, Ian Tweedy, Jan Vercruysse.
Vincenzo Agnetti, Autoritratto, 1971
Lo sguardo negato: lo sguardo smarrisce la propria centralità, si eclissa, si nega, si assenta o si maschera. Gli occhi si velano o si accecano, non resta alcuna traccia di plausibili traiettorie dello sguardo. Opere di: Marina Abramovic-Ulay, Tony Cragg, Gino De Dominicis, Daniela De Lorenzo, John Hilliard, Richard Hamilton, Roni Horn, Giovanni Kronenberg, Joan Jonas, Marisa Merz, Jonathan Monk, Bruce Nauman, Arnulf Rainer, Markus Raetz, Gerhard Richter, Pietro Roccasalva, Remo Salvadori, Markus Schinwald.
John Hilliard, For your Eyes Only, 1995
Nel tempo: lo sguardo registra e rivela il trascorrere del tempo individuale e collettivo; conserva un’immagine in assenza, lasciando affiorare la memoria, (ri)guarda la morte.
Opere di: Vincenzo Agnetti, Christian Boltanski, Roman Opalka, Giulio Paolini, Thomas Schütte.
Giulio Paolini, Mimesi, 1975